Il caso del FC Barcelona davanti alla CSD, che chiede di presentare ricorso contro il rifiuto della LALIGA e della RFEF di concedergli una licenza federativa, sta dando molto da parlare.
Alla luce della risoluzione da parte del CSD del ricorso presentato dal FC Barcelona e della sua richiesta di misure cautelari, possiamo concludere che i diritti del lavoro dei giocatori hanno assunto un rilievo inaspettato e sono quindi diventati uno strumento importante per ottenere misure cautelari amministrative.
La mancata registrazione di Olmo e Pau Víctor da parte del FC Barcelona comporterebbe quella che in termini lavorativi è nota come una violazione del diritto all’occupazione effettiva, in quanto non potrebbero partecipare alle partite giocate dal loro club. In termini generali, questo diritto implica che ogni lavoratore deve avere la possibilità di svolgere le proprie mansioni, cosa che non avverrebbe se non avesse la licenza federativa.
In questi casi il giocatore potrebbe citare in giudizio il club e chiedere la risoluzione del contratto con gli effetti intrinseci del licenziamento senza giusta causa.
Parte delle accuse mosse dal FC Barcelona hanno riguardato il danno economico che questa possibile risoluzione dei contratti dei giocatori avrebbe causato loro. Nel caso specifico di Daniel Olmo, questa possibilità era espressamente prevista nel suo contratto.
Si tratta di un “eventualità lavorativa che dovrebbe ovviamente rimanere nell” ambito contrattuale tra club e giocatore, tuttavia il CSD ha ritenuto questo argomento valido, tra gli altri, per la valutazione della richiesta di misura cautelare.
Si tratta di un precedente che assume una rilevanza particolare perché ci si potrebbe chiedere perché questo stesso argomento non potrebbe essere utilizzato da qualsiasi club in una situazione simile, adattandolo logicamente alle dimensioni di ciascuno, che per il Barcellona significano un grave danno – secondo il club tra i 50-500 milioni -, questo grave “danno economico” potrebbe essere in termini di rilevanza anche per qualsiasi club con un budget minore.
Se riflettiamo sui diritti del lavoro degli sportivi e alla luce della sensibilità dimostrata dal CSD, dobbiamo tenere presente che il diritto al lavoro effettivo di questi due giocatori non può violare i diritti del lavoro degli altri, nella misura in cui questa decisione rappresenta una chiara discriminazione nei confronti di giocatori che appartengono a diverse società calcistiche e sono soggetti al rispetto delle regole della competizione, compresi i limiti di bilancio stabiliti. In questa decisione, due giocatori sono stati privilegiati rispetto agli altri.
In questo senso, si può concludere che non sono stati presi in considerazione gli interessi generali dei giocatori, ma solo quelli individuali di uno o due giocatori. Se questa decisione consentirà ai club di non adempiere ai loro obblighi finanziari e di indebitarsi, tornando così ai fantasmi del passato come l’indebitamento sproporzionato, il danno per la collettività sarà molto più grande.
Si veda l “articolo pubblicato a questo proposito su IUSPORT. Il diritto all” occupazione effettiva come argomento per ottenere una misura cautelare
Per ulteriori informazioni sulla questione sollevata, si prega di contattare Diego García Diego