L’Alta Corte afferma che una violazione in questo ambito costituisce una condotta scorretta molto grave.
La Corte Suprema ha confermato che i dati personali sul doping degli atleti sono considerati dati relativi alla salute e pertanto il trattamento, il trasferimento o la comunicazione di tali informazioni gode di una maggiore protezione. La Corte Suprema ha stabilito che una violazione in questo ambito costituisce un reato molto grave.
La Terza Sezione ha respinto il ricorso presentato dall “Agenzia spagnola per la tutela della salute nello sport (AEPSAD) contro una sentenza dell” Audiencia Nacional che ha confermato la sanzione inflitta dall “Agenzia per la protezione dei dati al ricorrente per aver pubblicato dati sulla salute di un atleta, nell” ambito di un caso disciplinare che è stato poi chiuso.
L’atleta ha denunciato all’Agenzia per la protezione dei dati personali che l’AEPSAD ha divulgato informazioni sulla sua salute quando ha pubblicato le sue affermazioni nel fascicolo aperto contro di lui per doping. Nella sua risposta al dossier, l’atleta aveva dichiarato che la presenza di una sostanza proibita nei suoi campioni fisiologici era dovuta all’ingestione accidentale di un farmaco che il figlio stava assumendo per una malattia comune.
La Terza Sezione nella sua sentenza, presentata dal suo presidente, il giudice José Manuel Bandrés, analizza la natura dei dati sul doping. La Corte spiega che nel trattamento dei dati relativi alle attività degli atleti che vanno al di là della loro sfera privata, come i dati relativi alle violazioni delle regole antidoping, “…. i dati saranno trattati in conformità con le disposizioni del presente regolamento”.indipendentemente dalla loro classificazione come dati inclusi nella categoria dei dati sanitari, è disciplinata dalla legislazione dell’Unione Europea e dalle normative nazionali sulla protezione dei dati personali, e i responsabili del trattamento dei dati – siano essi autorità pubbliche o enti privati – devono conciliare la libertà di informazione garantita dall’articolo 20 della Costituzione spagnola con il diritto fondamentale alla privacy personale e familiare e alla propria immagine, tutelato dall’articolo 18 della nostra Legge fondamentale”..
La Camera ritiene che l “Audiencia Nacional abbia interpretato in modo adeguato e ragionevole l” espressione “dati che si riferiscono alla salute” di cui all “articolo 7.3 della Legge Organica sulla Protezione dei Dati, nonché la legislazione dell” Unione Europea, i regolamenti statali sulla protezione dei dati personali e le normative antidoping nazionali e internazionali.
Per il tribunale, lo scopo di queste norme è “garantire la correttezza e l’uguaglianza nelle competizioni sportive, associate al concetto di fair play, promuovere la salute degli atleti e proteggere e tutelare il bene comune della salute pubblica, nella misura in cui questi dati, che riguardano le condizioni fisiologiche o genetiche, o lo stato di salute fisica o mentale degli atleti, possono avere ripercussioni significativamente negative per le persone interessate”.
Ritiene pertanto che l’AEPSD abbia commesso un’infrazione molto grave quando ha pubblicato sul proprio sito web informazioni sulla decisione del Tribunale amministrativo dello sport che contenevano informazioni sullo stato di salute dell’atleta e del figlio minorenne.
D “altra parte, la Camera riprende l” argomentazione della sentenza dell “Audiencia Nacional secondo cui si tratta di dati sanitari dell” atleta. “Fermo restando che, nella lotta al doping, l ‘accertamento dell’ esistenza di violazioni e la loro pubblicità devono essere disciplinati in modo dettagliato per evitare distorsioni delle competizioni e, in definitiva, per cercare di garantire la correttezza del gioco, ma da tali norme non consegue che le violazioni della protezione dei dati non abbiano la classificazione di gravità che corrisponde alle speciali categorie di dati particolarmente protetti, come i dati sanitari”.